Ti presentiamo l'intervista al M° Gianfranco Pace realizzata dal TG2 per la rubrica "Lavori in corso". Il Maestro in questo video spiega con chiarezza le basi del taiji quan, come si originano i benefici e come questa arte marziale possa aiutare a vivere al meglio la vita di tutti i giorni. L'intervista è stata condotta da Elisabetta Migliorelli che, a nostro avviso, ha posto domande molto belle e intelligenti al M° Pace. Sotto il video player trovi l'intervista anche in versione testuale. Tai Chi Online ti augura buona visione e buona lettura.
TG2 - Buongiorno, benvenuti a star bene in tutte le lingue del mondo. Oggi parliamo di taiji quan lo facciamo con un maestro di questa arte marziale Gianfranco Pace. Buongiorno, benvenuto.
GP -Buongiorno.
TG2 - Benvenute anche alle nostre allieve che sono Margherita e Angela, allieve che sono anche insegnanti come spesso succede in queste arti marziali. Maestro, il taiji quan è un'arte marziale antichissima e dalle origini molto leggendarie, come nasce?
GP - Diciamo che i principi che reggono la pratica sono millenari, cioè nel senso che fa parte della filosofia e della cultura cinese. Ci sono notizie intorno al 1200-1300 con Chang San-Feng che creò l'arte. Ci sono di varie leggende, chi dice che il sogno vide un serpente e un un uccello, una gazza, che combattevano. Il modo in cui il serpente si difendeva fu di ispirazione per questo tipo di disciplina. Storicamente, quindi notizie certe, si hanno intorno al 1600 con la famiglia Chen al villaggio di Chenjiagou. Chen Wangting, un generale che ritornò nel suo villaggio, creò questa disciplina, considerando anche quelle che sono le pratiche interne quindi per il benessere, per dare energia al corpo.
TG2 - Ecco quindi l'obiettivo è l'energia e il benessere e quindi è importante la filosofia, il pensiero alla base del mondo.
GP - Sì, è proprio il pensiero è importantissimo per la base del movimento perché il taiji quan nasce da un'idea, da una filosofia che è la filosofia proprio del taiji, quindi l'alternanza dello yin e dello yang. Il praticante durante l'esecuzione del taiji quan, in realtà anche nella la vita, diciamo per quanto riguarda la pratica dovrebbe rappresentare questo principio. Lo dovrebbe rappresentare con il corpo, quindi a una fase yin segue una fase yang e così via.
TG2 - E che cosa vuol dire questo?
GP - Questo vuol dire che la coscienza del movimento, per esempio durante l'esecuzione delle forme, tipiche del taiji quan, molta attenzione andrebbe non soltanto alla figura esterna, quindi alla coreografia, ma quanto a come queste figure vengono generate. Quindi il tipo di movimento è una coscienza nuova.
TG2 - Ed è sul tipo di movimento e sul pensiero del movimento che sta il benessere, è così?
GP - Certo, perché secondo la medicina tradizionale cinese il benessere dipende dal dall'armonia, dall'equilibrio, quindi una una mente è un corpo equilibrato generano salute. Questo significa che uno squilibrio energetico determina la malattia, cioè quello che poi diventerà malattia. Quindi il tai chi chuan è una pratica che permette, attraverso il corpo quindi l'esperienza concreta, fisica, di armonizzare mente e corpo, il corpo nelle sue parti e quindi di creare questa questo flusso energetico armonioso, il che è salute.
TG2 - A proposito di salute e di benessere e di benefici del tai chi chuan, ascoltiamo la testimonianza di Alessandro. Sentiamo.
A - Per me soprattutto è stato salutare. Non stavo molto bene con il corpo, molte contratture, molto teso per il tipo di vita e di lavoro che facevo. E tra l'altro anche con qualche problema alle articolazioni, non riuscivo a camminare. Pian piano, lavorando sui i principi che sono alla base di questa arte, che si può praticare sia marziale, sia come una meditazione movimento, il mio corpo è migliorato. Ormai salto, mi muovo, le mie tensioni vanno via, vengono e vanno, insomma riesco a lavorare con il mio corpo. E' un piacere tra l'altro.
TG2 - Ecco il controllo del corpo, il piacere e il benessere, ma quanto è importante il pensiero che sta alla base del movimento? Come si fa a distinguere il pensiero dal movimento stesso?
GP - Una bella domanda. E' importantissimo il pensiero. Secondo proprio la tradizione e quindi i canoni della della pratica, l'intenzione guida l'energia, l'energia muove il corpo. Quindi senza intenzione in realtà non dovrebbe esserci movimento. E' una pratica marziale quindi i movimenti rappresentano delle tecniche, ma questo non è in realtà fondamentale perché è come dire potrei pensare di deflettere un pugno, ma anche di aprire una tenda, l'importante è che ci sia l'intenzione di fare qualcosa in modo tale che la nostra energia possa fruire in quella direzione e possa muovere il corpo. L'intenzione muove l'energia e l'energia muove il corpo.
TG2 - Vediamo adesso, a proposito di energia e di muovere il corpo, vediamo una posizione di base che lei ci ha spiegato in palestra la vediamo insieme.
GP -La posizione iniziale del taiji deve essere una posizione con una struttura ben allineata, quindi la testa deve essere come appese a un filo, il mento è leggermente rientrato, il petto è vuoto, le spalle sono rilasciate, le mani lungo i fianchi quindi devono cadere naturalmente, le anche devono essere affondate, quindi non tese, ma bisogna affondare il tronco sulle anche, le ginocchia leggermente piegate. Questa zona della zona inguinale deve essere arrotondata in modo tale da raccogliere. Le piante dei piedi devono essere ben aderenti al suolo. Quando la posizione é ben allineata e rilasciamo le nostre tensioni verso il basso, quindi le rilasciamo al terreno, il nostro corpo diventa radicato, quindi ben radicato. Quando è così possiamo sentire la risposta del terreno, quindi il terreno ci risponde e coinvolgiamo la forza del terreno nel movimento del nostro corpo. Quindi il corpo raccoglie la forza, la forza passa dalla parte posteriore, quindi attraversa la parte posteriore del nostro corpo, le spalle si svuotano, le anche si arrotondano, il movimento di espansione si realizza e quindi le braccia salgono su e nella fase di espansione il mignolo e più in alto rispetto al pollice. Nella fase invece di contrazione la forza ritorna al centro, il pollice è un po più in alto rispetto al mignolo. E così poi dalla fase di contrazione si passa alla fase di espansione e il mignolo ritorna a essere un po più in avanti, quindi in questo caso un po più in alto rispetto al pollice, per poi di nuovo ritornare nella fase di contrazione. Quindi in questa maniera noi iniziamo a fare esperienza del movimento del tai chi chuan.
TG2 - Ma tutti possono fare tai chi chuan, anche ai bambini?
GP - Tutti possono fare taiji quan, con programmi differenti, ma tutti possono praticare il taiji quan.
TG2 - Maestro, resta comunque, come dicevamo, sempre un'arte marziale. Possiamo vedere una forma, dei movimenti insieme alle nostre allieve?
GP - Sì, potremmo adesso vedere un esercizio a coppie del taiji quan che è il tui shou, letteralmente significa spinta con le mani, che serve a dare la percezione, quindi la sensibilità, a migliorare la sensibilità della forza dell'altro. Quindi adesso Margherita e Angela ci fanno vedere un po di tui shou, di ding bu che è un esercizio tipico del tui shou classico. E' un esercizio codificato.
TG2 - Vediamo, lo vogliamo descrivere?
GP - Sì, sono movimenti molto dolci, apparentemente non danno l'idea di un'azione marziale, ma in realtà questi movimenti devono essere strutturati in maniera corretta e le forze non devono essere contrastanti. Cosa significa, che è appunto richiamando l'idea e la filosofia del taiji quan a un aspetto yang l'altra parte deve rispondere con un aspetto yin. Questo significa che se uno spinge l'alto riceve. Quindi è necessaria sensibilità, bisogna aderire alla forza dell'altro, come dire: essere, ma non c'è azione. Quindi in questo questo tipo di movimento fa comprendere al praticante come alla forza non si risponde con la forza. Ed è un esercizio che riguarda anche la vita di tutti i giorni.
TG2 - Grazie, grazie a Gianfranco Pace, grazie alle nostre allieve Margherita e Angela per essere state con noi, grazie a voi dell'attenzione. Buona giornata.