"Cercavo un sito qualificato per avere più informazioni, volevo approfondire la conoscenza di quello che stavo praticando. Ho trovato Tai Chi Online molto completo." Giovanna Ruotolo
Dopo un’esaustiva introduzione teorica, capace di svelare anche gli aspetti più “oscuri” dell’argomento, vengono presentati in rassegna gli esercizi per lo sviluppo del Chansi Jin, realizzati secondo la codifica dal Gran Maestro Chen Zhenglei.
In particolare, per ogni singolo esercizio, si analizzano:
Il Maestro Giuseppe Delang Paterniti, erede di 12° Generazione del Taijiquan stile Chen, condividerà tutte le proprie conoscenze in merito al Chansi Jin e al Chansi Gong, aderendo fedelmente a quanto trasmessogli dal suo Shifu: il Gran Maestro Chen Zhenglei. A tal fine si avvarrà di una sua allieva/istruttrice per meglio illustrare i diversi esercizi. La lezione, quindi, permetterà agli studenti di acquisire tutti i presupposti teorici e pratici per poter arrivare a comprendere e padroneggiare la “Forza del filare la seta”.
Una delle caratteristiche peculiari del Taijiquan è l’enfasi che viene posta nei movimenti a spirale. Chansi Jin significa letteralmente "Forza o energia del filare la seta”: la dinamica di movimento messa in atto dal praticante di Taiji viene, infatti, paragonata al moto di rotazione centrale del bozzolo del baco da seta. La seta viene effettivamente filata dal bozzolo in modo uniforme e senza interruzioni, generando un evidente moto spiraliforme. Si tratta di uno dei metodi fondamentali di allenamento del Taijijquan, riscontrabile in forme più blande anche in altre discipline ed in particolare in alcune metodiche di Qigong.
Il Chansi Jin può essere diviso in due aspetti:
Gli arti superiori e inferiori, il tronco e la vita sono quindi interessati da movimenti a spirale (in relazione alla dinamica di espansione e contrazione / apertura e chiusura) che vengono esperiti concretamente mediante leggere torsioni e rotazioni in un verso e nell’altro.
Possiamo immaginare le gambe come delle grandi viti che, in maniera alternata, si avvitano e si svitano dal pavimento, attraverso un movimento del baricentro che disegna un otto in orizzontale verso terra. Quando una gamba si riempie gradualmente di peso (incrementando lo Yang), questa sarà interessata da una leggera rotazione e si “avviterà” affondando verso il pavimento. Quando una gamba si svuota gradualmente di peso (incrementando lo Yin), questa sarà interessata da una leggera torsione e si “sviterà” verso l’alto.
La vita (Yao) è il motore che trasmette la forza dall’alto al basso. Possiamo immaginarla come se fosse interessata da una grande spirale che ruota prima in un verso e poi in un altro, veicolando l’energia alle braccia. Queste ultime, a loro volta, realizzeranno delle spirali che, a seconda della dinamica del movimento, alterneranno le fasi Yin (Shun Chan) e Yang (Ni Chan), muovendosi dal centro verso la periferia (in espansione) e dalla periferia al centro (in contrazione).
La “Forza del filare la seta” possiede un incredibile potenziale dal punto di vista marziale. Grazie a questa abilità, infatti, è possibile deviare, deflettere e assorbire gli attacchi dell’avversario, nonché percuotere nelle maniere più diverse, effettuare proiezioni, atterramenti e leve articolari.
La stessa abilità, però, può essere utilizzata per finalità marziali.
Ora, per poter spiegare molto semplicemente l’effetto salutare del Chansi Jin, possiamo pensare ad uno strofinaccio imbevuto d’acqua: l’atto di strizzarlo produce una spirale di tipo Shun Chan che permette l’emersione e la fuoriuscita del liquido. In maniera analoga, le torsioni spiraliformi degli arti, della vita e del tronco permettono l’affiorare ed il rilascio di eventuali congestioni o blocchi energetici (Qi patogeno o stagnante), drenando e liberando così tutti i canali del sistema. Sempre pensando allo stesso strofinaccio, possiamo immaginare il movimento a spirale che avviene poi nel verso contrario: tenendo il canovaccio (precedentemente strizzato) per un solo capo, questo infatti si svolgerà in maniera Ni Chan, ruotando quindi su se stesso in senso inverso per aprirsi. Similarmente, anche in questo caso, il movimento di rotazione di arti e vita favorisce il libero fluire del Qi e lo scambio energetico tra il praticante e l’ambiente.
Mediante il Chansi Gong (纏絲功 la pratica continuativa del Chansi Jin), inoltre, è possibile eliminare tensioni e rigidità e migliorando l’elasticità e la flessibilità dell’intero corpo. Altro importante obiettivo è quello di aprire e sciogliere le maggiori articolazioni del corpo (collo, spalle, gomiti, polsi, anche, ecc.) ed allungare e rinforzare i muscoli e i tendini rendendoli meno sensibili alle lesioni.
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Profilo: Giuseppe Paterniti
"Ottimo portale dove si possono trovare informazioni e contenuti di alto livello. grande merito, a mio avviso, l'approccio di apertura e confronto tra scuole ed esperienze, raro nel panorama marziale: solo nel dialogo, oltre che nella pratica, si può accrescere la conoscenza." asd kokoro